La Commissione elettorale centrale (YSK) ha annunciato ieri che le elezioni amministrative a Istanbul, vinte al foto-finish dal candidato di opposizione Ekrem İmamoğlu lo scorso 31 marzo, dovranno essere ripetute.
L'ex presidente romeno Ion Iliescu sarà processato per crimini contro l'umanità, insieme ad alti membri della leadership politica e militare che guidò la rivoluzione romena del 1989 contro il dittatore comunista Nicolae Ceaușescu.
È stato sottoscritto oggi a Marrakech, in Marocco, il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration (GCM), documento non vincolante voluto dalle Nazioni Unite per gestire i processi migratori, dal livello locale a quello globale.
“Nei giorni scorsi ho ricevuto numerose minacce di morte. Ora mi trovo a Budapest, dove ho chiesto asilo politico alle autorità ungheresi. Sarò sempre fedele alla causa macedone, non mi arrenderò mai”.
Sarebbe dovuto entrare in prigione oggi, ma da alcuni giorni risulta irreperibile: di Nikola Gruevski, premier macedone per due mandati (2006-2016), si sono perse le tracce venerdì scorso e da allora il telefono dell'ex leader della VMRO-DPMNE rimane muto.
Polizia e procura di Ruse, città Bulgara sul Danubio, lavorano “a tutte piste” per risalire all'assassino di Viktoria Marinova, conduttrice e direttrice amministrativa della tv locale TVN, il cui corpo senza vita è stato rinvenuto sulle rive del grande fiume sabato 6 ottobre
Aveva bisogno di una vittoria ampia, Zoran Zaev, soprattutto nei numeri. Ne aveva bisogno per convincere parte dell'opposizione – i cui voti sono necessari nel parlamento di Skopje - a sostenere le riforme costituzionali essenziali per finalizzare gli accordi di Prespa. Un compromesso difficile, che vede cambiare il nome dello stato in Macedonia del Nord, ma che in cambio ottiene l'agognata via libera di Atene ai negoziati di adesione a Unione europea e NATO.
Si fa sempre più forte la voglia di modifica dei confini tra Serbia e Kosovo, come possibile – seppur controversa - soluzione allo stallo diplomatico tra Belgrado e Pristina. A chiederla sono anche i rappresentanti dei comuni a maggioranza albanese della valle di Preševo, nel sud della Serbia, che ieri hanno incontrato a Pristina il presidente kosovaro Hashim Thaçi.
Tremila e duecento costruzioni abusive verranno abbattute con una procedura d'emergenza solo nella regione dell'Attica. Il governo greco, guidato dalla sinistra radicale di Alexis Tsipras ha così annunciato le prime misure dopo i devastanti incendi dello scorso 23 luglio, che hanno provocato la morte di 91 persone e centinaia di feriti.
Con una controversa sentenza, lo scorso 27 luglio la Corte costituzionale bulgara ha deciso che la Convenzione di Istanbul, approvata nel 2011 dal Consiglio d'Europa con l'intento di prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, va contro i principi della Costituzione.
Giornalista, vive a Sofia e lavora per Osservatorio Balcani e Caucaso dal 2006. Instancabile viaggiatore, collabora con varie testate italiane e internazionali. Twitta @fmartino_obc